Un recupero delle simmetrie, tipiche del giardino formale

L’attuale castello prese la forma attuale, dopo costruzioni, abbattimenti e ricostruzioni che presero avvio dal XIV sec., attorno al XVII secolo, quando si differenziò in maniera totale dal ruolo bellico giocato fino al 1500, diventando residenza prevalentemente estiva.
Infatti il progetto fu elaborato a Firenze, presumibilmente da Fabrizio II di Colloredo ambasciatore, maggiordomo e consigliere di Ferdinando, figlio di Cosimo II. Tuttavia il protagonista della costruzione fu il nipote Fabio, delegato dallo zio marchese.
Questi stretti rapporti con la Toscana e la corte dei Medici determinarono sia la sua forma architettonica che, molto probabilmente, la presenza dei cipressi in filare ai lati dell’ingresso.
Dunque sarebbe anche possibile far risalire l'età degli stessi conseguente la costruzione dell'edificio, datata nel 1640. Pare infatti che la piantagione delle essenze risalga ad un periodo tra il 1700 e il 1750.
Oggi rimane un unico cipresso storico superstite sano e verde, accanto ad altri, alcuni grandi ma più recenti ed altri decisamente più piccoli reimpiantati da poco tempo. Per quanto riguarda il giardino invece nulla è rimasto di ciò che poteva vedersi al tempo di Fabrizio II e successivamente.
La realizzazione del corpo dominicale riportava il tracciamento di un doppio recinto (rettangolare a settentrione e chiuso da un'esedra a meridione, molto simile a quello della Villa Medicea di Camugliano, vicino Pisa) ad indicare la matrice architettonica del giardino seicentesco. Recinto murario che tutt'oggi ne definisce la particolarissima natura spaziale. Parimenti attribuito al secolo XVII è il disegno di un giardino formale, presumibilmente riferibile alla villa, della cui realizzazione non si ha notizia. In questo disegno il riferimento all’arte dei giardini all’italiana ed in particolare a quelli delle note Ville medicee toscane, appare evidente e potrebbe trovare concordanza nella matrice compositiva dell'intero complesso.

Nel corso dei secoli, le aree verdi attorno al castello, racchiuse dalle mura in pietra, furono più simili ad un brolo che a un ricercato insieme di parterre.
L’attuale assetto del giardino, di recente ristrutturato su progetto dell’architetto del paesaggio Annalisa Marini, vede un recupero delle simmetrie, tipiche del giardino formale, con bordure in bosso (Buxus sempervirens 'Faulkner') e siepine di roselline rosa che accompagnano il viale di accesso al castello.
Appena attraversato il cancello, seguono l’assetto curvilineo della cinta muraria due opposti filari di peri da fiore (Pyrus calleryana 'Chanticleer'), mentre sul muro si appoggiano profumate rose rampicanti.
La presenza di due cachi selvatici (Diospyros lotus,) di cui uno antico dalla splendida forma, introduce alla parte del giardino più vicina all’edificio.
In questa’area la simmetria è data da due mirabolani (Prunus cerasifera) uno a destra l’altro opposto, esistente, e dalla creazione di due ‘padiglioni di verzura’, due radure contornate da lagerstroemie (Lagerstroemia indica) destinate nel tempo a creare due veri e propri gazebi verdi. Tutt’attorno, in cerchio, una bassa siepe topiata di teucrio (Teucrium fruticans ’Azureum’) racchiude questi spazi di sosta e relax nel verde e tra i fiori.
Oltre a magnolie, conifere di grandi dimensioni esistenti, e gruppi di azaleee e rododendri , il giardino superiore è arricchito dalle fioriture di rose ‘ibridi di Moschata’ dai nomi femminili: ‘Felicia’ ‘Cornelia’ ‘Prosperity’ a cui seguiranno altri esemplari, nel tempo, per creare una vera e propria collezione di queste antiche e particolari rose, create a partire dal 1913, dal reverendo inglese Joseph Pemberton e dai suoi giardinieri. Rose a cui furono dati nomi di donne…figure femminili della famiglia Pemberton e delle sue conoscenti. Le rose ‘ibridi di Moschata’, oltre ad essere rifiorenti, particolarità non comune nelle rose antiche, mostrano in autunno splendide fiammeggianti bacche.

progetto giardino

Le rose del castello

Le rose, come i frutti antichi, di cui vale la pena ammirare bellissimi esemplari di peri, sono un po’ il filo conduttore del giardino rinnovato di Susans.
Sempre nella parte a sud del giardino di può gustare, o solo ammirare, anche qualche corbezzolo (Arbutus unedo) sul bellissimo esemplare posto in un angolo riparato del vento freddo del nord. A decorare il muro dello scalone che porta al piano nobile del castello fanno bella mostra di sé rose rampicanti bianche e profumatissime e la nota rosa ‘noisette’ ‘Crepuscule’ creata nel 1904 dal famoso ibridatore francese Francis Dubreuil.
Ai piedi delle rose vi è un folto tappeto argenteo di ‘Helictotrichon sempervirens’, una graminacea ornamentale, da cui spuntano in estate i candidi fiori degli iris fiorentini (Iris fiorentina), a ricordo della matrice ‘medicea’ del castello di Susans.
Attraversando un cancelletto ci troviamo nel giardino a nord. Ortensie bianche (Hydrangea machrophilla) fanno bordura attorno al perimetro settentrionale dell’edificio mentre lungo il muro che racchiude questa parte del giardino a nord, una sinuosa siepe di ‘rosa Chinensis Mutabilis’ con i colori che, col tempo, variano dal tenue albicocca al rosa, vinaccia e magenta accoglie, nelle sue rientranze, alcuni alberi colonnari che a primavera fioriscono in rosa: i ciliegi giapponesi (Prunus serrulata 'Amanogawa').
Ancora rose rampicanti, dai colori a volte fiammeggianti a volte delicatissimi, ornano e addolciscono l’asperità della pietra della cinta.
Il carattere del ‘brolo’ storico è dato dalla presenza, nella parte ovest dell’area, di un filare di diverse specie e varietà di frutti antichi.
Un giardino, interessante in ogni stagione che fa proprio dire:
“Non ci sono due giardini uguali. Non ci sono due giorni uguali nello stesso giardino.”

(Hugh Johnson)

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